Pagina:Le Rime di Cino da Pistoia.djvu/307

Da Wikisource.

RIME

XX


     Dante, se tu nell’amorosa spera,
Com’io credo, dimori riguardando
La bella Bice la qual già cantando
4Altra volta ti trasse là dov’era;
     Se, per cambiar fallace vita a vera,
Amor non se n’oblia; io t’addimando
Per lei di grazia ciò che contemplando
8A far ti fia assai cosa leggiera.
     Io so che in tra l’anime più liete
Del terzo ciel la mia Fiammetta vede
11L’affanno mio dopo la sua partita:
     Pregala, se ’l gustar dolce di Lete
Non la m’ha tolta, in luogo di mercede
14A sè m’impetri tosto la salita.




XXI


     Or sei salito, caro signor mio,
Nel regno al qual salire ancora aspetta
Ogn’anima da Dio a quello eletta
4Nel suo partir di questo mondo rio:
     Or se’ colà dove spesso il desìo
Ti tirò già per veder Lauretta;
Or sei dove la mia bella Fiammetta
8Siede con lei nel cospetto di Dio;
     Or con Sennuccio e con Cino e con Dante
Vivi sicuro d’eterno riposo,
11Mirando cose da noi non intese.
     Deh!, se a grado ti fui nel mondo errante,
Tirami drieto a te, dove gioioso
14Veggia colei che pria d’amor mi accese.




— 301 —