Pagina:Le Vicinie di Bergamo.djvu/28

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scovo Adalberto, che nella prima metà del secolo decimo assoggettò, naturalmente insieme alla circostante popolazione, queste cappelle alla Cattedrale1, questo però parmi certo si possa indurre, che già fino da un’epoca abbastanza antica si tenesse, che tali oratorii cittadini e suburbani avessero potuto costituire il centro di molteplici rapporti fra essi e coloro, che vi abitavano tutt’intorno, onde di qui si dovesse ripetere il primo nucleo di quelle Vicinie, che da essi unicamente ebbero nome.

Il fatto è, che nel Concilio Ticinese del 850 trovo la espressione: similiter autem et singulis urbium viciniis et suburbanis per municipalem archipresbiterum cet.2; il Giulini per Milano rinvenne già nel secolo decimo alcune traccie di queste Vicinie3, delle quali un indizio parmi di ravvisare apertamente anche fra noi fin dal 952, quando fra i testimoni di un atto veggo segnato Iohanne et Adalberto pater et fil. de infradicia civit. Bergamo qui dicitur de Sancto Pancratio4; il che vuol dire, s’io non erro, che col nome della chiesa veniva indicata quella parte della città, ove tenevano abitazione que’ due testimoni, o in altri termini, che quella chiesa s’era fatta il centro di un gruppo di abitazioni o di una Vicinanza, la quale da essa, come ne’ tempi posteriori, pigliava nome. E se in importanti decisioni, che riguardavano la disciplina e il patrimonio ecclesiastico, era richiesto l’intervento dei laici5; se nel 1173

  1. Lupi I, 978 seg.
  2. ap. Lupi de Par. p. 152.
  3. Giulini Mem. stor. II, 362.
  4. Lupi C. D. II, 221 ed anche 267, 343, 361.
  5. Lupi I, 721, 1059, 1061; II, 729 ecc. Pertile, Stor. d. Dir. Ital. II, 2, 18.