Pagina:Le aquile della steppa.djvu/106

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100 Capitolo undicesimo.

Si ricordano forse più che altrove, avendone sovente bisogno per far fronte ai ladroni della pianura od ai soldati degli Emiri.

— Vedrai che non si degnerà nemmeno di riceverci nel suo accampamento e che ci tratterà come pezzenti sospetti.

Hanno ben altro da fare questi Illiati, che d’occuparsi delle Aquile e dei nostri affari.

— Sarà come tu dici, signore, — rispose Tabriz, — io però obbedirò alle istruzioni datemi da tuo zio.

— Mio zio crede troppo nelle amicizie, — rispose Abei, con tono ironico.

Tabriz lo guardò con una certa sorpresa, aggrottando leggermente la fronte.

Hossein, assorto nella sua tristezza, sembrava che non avesse udito nulla, anche perchè si era spinto più innanzi degli altri, frettoloso di giungere al campo degli Illiati.

— Tuo zio, signore, — riprese il gigante un po’ irato, — ha sempre saputo scegliere i suoi amici ed io, che sono più vecchio di te ne so qualche cosa. —

Nell’accampamento degli Illiati si era manifestato in quel frattempo un vivissimo movimento. La numerosa truppa dei cavalieri di Hossein, bene armati, doveva aver messo in apprensione quei nomadi, i quali avevano probabilmente fatto più volte conoscenza coi banditi della steppa della fame, ghirghisi, bukari e shagrissiabs.

I cammelli ed i montoni, che pascolavano a centinaia e centinaia per la pianura, venivano spinti a precipizio verso i recinti costruiti nei dintorni dell’accampamento, intanto che gruppi di uomini balzavano in sella dei loro cavalli, disponendosi sotto le piante, per tenersi al riparo dietro i grossi tronchi.

Gli Illiati sono tribù assolutamente nomadi che si distaccano un po’ dai turchestani vivendo esclusivamente sotto tende e cambiando luogo secondo le stagioni ed i bisogni dell’immenso loro gregge, che forma la loro principale ricchezza.

A principio della primavera scendono dalle montagne, che attraversano la parte meridionale del Khanato di Bukara e la Persia, e si espandono per la steppa turanica formando vasti accampamenti, del resto semplicissimi, posti di preferenza intorno ad uno stagno o sulle rive d’un torrente e riparati dal vento, temendo molto le cortine di sabbia.