Pagina:Le aquile della steppa.djvu/94

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88 Capitolo decimo.

— Circondate il villaggio voi e, se il mestvires cerca di fuggire, prendetelo, ma vivo, mi avete udito, vivo lo voglio! —

I due o trecento cavalieri, che scortavano il vecchio beg, si dispersero colla rapidità del lampo, formando intorno al villaggio un cerchio immenso, essendosi disposti ad una notevole distanza l’uno dall’altro.

Era impossibile che un uomo, per quanto agile e risoluto, avesse potuto guadagnare la steppa inosservato, senza cadere sotto i colpi dei Sarti e degli amici loro, accorsi a prendere parte alle feste matrimoniali di Hossein e della bella Talmà.

Prese quelle disposizioni, il beg, seguito da una cinquantina d’uomini, fra vecchi e giovani era entrato nelle strette viuzze del villaggio, risoluto a scovare il birbaccione. I lettori sanno il resto e conoscono l’orrendo supplizio del gesso, fattogli subire dall’implacabile beg. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

Subito dopo la morte del mestvires, il beg, seguito da Tabriz e da Abei, si era diretto verso una delle migliori case del villaggio, che gli abitanti avevano messo a sua disposizione e che, quantunque in piccolo, rassomigliava un po’ a quella di Talmà, avendo una terrazza, una galleria che le girava d’intorno e cortili chiusi.

Doveva essere la casa di qualche signore della borgata, poichè, oltre le cose accennate, aveva sul dinanzi un peristilio sorretto da colonnette di legno, l’aivane, sotto il quale i Sarti usano mangiare e riposarsi durante le giornate caldissime; all’indietro il migmankama, ossia l’appartamento destinato alle donne, con profonde nicchie destinate a contenere i cofani e gli arnesi dell’economia domestica.

Il beg, che sembrava di pessimo umore, era passato nella sala centrale, tutta crivellata di buchi, aperti nello spessore dei muri e con una specie di pozzo nel mezzo, pochissimo profondo, ove i Sarti usano deporre gli oggetti d’uso giornaliero, ossia il vaso che serve per preparare il the, la grossa brocca che adoperano per le abluzioni, che usano fare al mattino ed alla sera, qualche libro onde l’ospite, se è letterato, cosa piuttosto rara nella steppa, possa passare qualche ora ed il piatto di rame, finamente cesellato, su cui si servono il caffè, i pasticcini dolci, le pipe ecc. alle persone che vanno a fargli visita.