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Pagina:Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869.djvu/123

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di Venezia, nelle carceri, negli ospitali, negli istituti d’educazione, fra le società operaie ecc., sia mediante letture in comune e diffusione di giornali con prestiti di libri nei distretti in cui si procurerà molto di stimolare l’iniziativa dei Consigli comunali, consorzi agrarii, delle scuole e istituzioni operaie ecc. con doni in opere e in danaro da distribuirsi secondo i mezzi; il capitale della Società si forma col contributo annuo non minore di lire 1 dei sodi, coi doni sia in libri pel popolo sia in denaro ecc.

Il numero dei libri posseduti dalla Biblioteca ascende a 1834, dei quali circolarono tra i popolani 1300; le professioni di quelli a cui vennero affidati libri in prestito sono le seguenti: tipografi, legnaiuoli, sarti, calzolai, caffettieri, fabbri, meccanici, fotografi, agenti di mezzeria, soldati. Ma il maggior numero dei lettori appartiene alle 2 prime categorie: si prestarono inoltre parecchi libri a maestri elementari, a studenti, all’ospedale, e molti si mandarono in giro pei distretti e così a Mirano 10, Chioggia 29, Mestre 25, Murano 24, Barano 13, San Donà 14, Bolo 12.

Essa fu solennemente inaugurata nel 1867 coll’intervento del prefetto Torelli e del sindaco Giustinian che insieme al Busoni e all’Errera vi lessero applauditi discorsi: il turno della distribuzione è sostenuto gratuitamente da due studenti; gli operai invasero la Biblioteca e fu d’uopo chiudere le porte per la ressa che vi facevano nei primi giorni.

Verona.

Nell’ottobre del 1867 la Società di mutuo soccorso fra gli operai scelse una Commissione composta dei signori avv. Avanzi, dott. Barbieri,