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100 scuole e cangiati mensilmente, e se soltanto la metà circa di quei libri fosse letta una volta al mese:[1] gli stessi 3 mila volumi potrebbero avere 60 mila lettori e più se i 30 libri spediti a ogni scuola cangiassero di mano una volta la settimana: l’associazione degli scrittori facilita la pubblicazione delle buone opere coll’acquistarne un certo numero per le Biblioteche popolari e col premiare le migliori: essa offre al talento sconosciuto un areopago di confratelli pronti a riconoscerlo e ad incoraggiarlo, togliendo poi l’autore così dalla dipendenza di editori spesso incapaci di apprezzarlo, dà un principio di stabilità alla proprietà letteraria feconda rimuneratrice delle lettere.»
Con queste considerazioni premesse, egli pubblicava[2] un programma e statuto per una nuova Associazione che si dovrebbe intitolare per l’istruzione pratica, e nel quale vi sono delle buonissime idee, ma non di facile attuazione fra i cittadini d’Italia, che certamente non hanno le borse degli Inglesi e degli Americani: e di fatto come trovare fondatori che paghino 3 mila lire e soci per azioni di lire 200? Non sarebbe meglio invocare l’aiuto ed il concorso di tutti, anco del popolo stesso, chiedendo azioni di l a 2 lire annue? In questo senso il
- ↑ È bene avvertire che le Biblioteche rurali (lo che si è praticato in Scozia a Lothian con gran vantaggio) avrebbero a esser divise in serie da 40 a 50 vol., e ogni serie per qualche mese sarebbe trattenuta in un luogo solo; in questo tempo i bramosi d’istruzione avrebbero campo di leggere quel libri e assimilarsene il contenuto come un s’assimila il pane nel proprio corpo, e al nuovo anno altri 50 volumi surrogherebbero la serie stata letta.
- ↑ V. Curiosità della scienza contemporanea, an. IV, Firenze, 1869.