Pagina:Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869.djvu/16

Da Wikisource.

— 12 —


progetto d'una grande Associazione nazionale fu per due volte caldeggiato.1

Anco il sig. commendatore Garelli discusse con amore sul tema delle Biblioteche popolari, ed espresse alcuni pensieri net 1866, in varie lettere al cav. L. Sani di Reggio e nel buon giornale il Maestro degli adulti, ritenendo importante complemento della scuola la Biblioteca popolare.

Quando all’analfabeto, dic’egli, avremo insegnato a leggere, l’avremo noi di molto migliorato? Noi non avremo fatto che mettergli in mano lo strumento per migliorarsi; ma se questo istrumento non sapesse o non potesse adoperare, a che gli varrebbe averlo acquistato? Bisogna dunque somministrargli o almeno indicargli i libri.

Il popolo legge? — Chi lo vorrebbe nell’ignoranza, dice che il popolo giuoca, beve, ma non legge. Noi che viviamo in mezzo al popolo possiamo dire che legge; e ne volete una prova? Osservate i mercati e le fiere anco dell’ultimo dei villaggi alpestri, vi troverete sempre il banco del libraio ambulante, perchè i libri sono cercati e sono cercati appunto perchè si legge e perchè la istruzione impartita nelle scuole ha fatto nascere il gusto d’attingere anco dai libri le aspirazioni più care del bello e del buono.

L’illustre professore non consente che le Biblioteche, per essere popolari di fatto, possano essere formate di libri via via raccolti per mille guise da private offerte di benefattori, e su que-

  1. IV Relazione sui progressi della Biblioteca Circolanti Pratese per A. Bruni. Firenze, Gaston, 1868.
    Delle biblioteche e dei libri popolari per A. Bruni, Firenze, Eredi Botta, 1869.