Pagina:Le biblioteche popolari in Italia dall'anno 1861 al 1869.djvu/18

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tempo stabilito per l’apertura, se questa ai facesse nel tempo dei più pressanti lavori campestri, correrebbe pericolo d’aver contrari i capi di famiglia, ecc.; la prima domenica dopo che la neve avrà imbiancata la terra s’inviti, se si può, dal parroco tutto il popolo ad assistere, dopo le funzioni domenicali, all’apertura solenne della Biblioteca, e lì si presentino i primi 15 o 2O volumi, il maestro ne legga l’elenco dicendo di ciascuno quel tanto che basti ad invogliare il popolo di leggerlo, si dimostri il fine e l’utilità dell’istituzione, il popolo non mancherà di seguirvi: ci vuol fede; guai se da principio si è freddi, l’istituzione non potrà aver vita. E poiché il popolo non apprezza se non quel che paga, invece dei libri gratis, sarebbe bene fargliene pagare il fitto, se paga, leggerà: il maestro, fatti conoscere i pregi del libro, dirà che chi lo vuol leggere paga un soldo; dirà poi che questi soldi servono a comprarne dei nuovi e alle legature.

Quanto ai libri adattati, non importa, continua l’egregio professore, se non ve ne ha molti in Italia; facciamo che questo istituzioni attecchiscano e vedrete che i buoni scrittori provvederanno a questo bisogno. La scelte dei libri poi non dovrebbe lasciarsi nè ai comuni, nè alle Provincie, ma alla nazione, ed ecco come: le Accademie stesse dei letterati potrebbero, dietro proposta di vari Comitati composti di persone amanti del ben del popolo, giudicare dell’utilità e convenienza d’introdurre una tale opera nelle Biblioteche popolari, così d’ogni libro che si stampa avrà pronunciato il giudizio sulla utilità il Comitato provinciale, e della sua bontà intrinseca sotto il rispetto letterario o scientifico sarà