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voranti. Una giornata di lavoro manuale all’aratro, all’incudine, nelle miniere, ecc., non è certo una buona preparazione al lavoro dello spirito: anco l’operaio desidera sottrarsi colle illusioni alle dure realtà della vita, e abbisogna perciò d’opere d’imaginazione. Leggendo egli simili opere mentre riposerà il corpo stanco, andrà educando, col piacere, l’anima ai principii del buono e del bello. Convien dunque procurare al popolo libri che ne sollevino l’animo suo sopra gl’interessi materiali, che gli risveglino la poesia del lavoro, il piacere della vita dei campi, ecc. La lettura può portare grandi benefizi come mezzo di piacere, e molto si può ottenere nell’educazione cangiando il modo di piacere.
Due grandi nemici hanno a vincere le biblioteche popolari, l’ozio ed il vizio. La bettola, la casa del bordello richiamano il popolo fra i canti, giuochi e laidezze.... convien quindi rendere la lettura variata ed amena perchè il piacere del libro richiami dall’altro piacere seducente dei vizi.
Questo adunque vogliamo raccomandare perchè l’operaio scenda facilmente a familiarizzarsi col libro, e perchè questo ne diventi l’amico, il compagno, la guida.
L’esempio della Scozia ci dimostra l’immenso bene che fanno le biblioteche circolanti. L’operaio coltiva l’anima leggendo i capolavori della letteratura, la donna trattiene alla sera il marito a casa presso alla culla de’ suoi figli. La famiglia in questo modo guadagna tutto ciò che vi perde la bettola, e la società tutto ciò che guadagna la famiglia.
Il filosofo svedese Siljestroem diceva, la questione più importante essere quella di sapere