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Pagina:Le cento novelle antiche.djvu/162

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Qui conta d'uno filosofo molto cortese di volgarizzare la scienzia. Novella LXXVIII |||
 111
Qui conta d'uno giullare ch'adorava un signore. Novella LXXIX |||
 ivi
Qui conta una Novella che disse m. Migliore delli Abbati di Firenze. Novella LXXX |||
 113
Qui disotto conta il consiglio che tennero li figliuoli del re Priamo di Troja. Novella LXXXI |||
 115
Qui conta come la damigella di Scalot morì per amore di Lancialotto de Lac. Novella LXXXII |||
 116
Come Cristo andando un giorno co' discepoli suoi per un foresta luogo, videro molto grande tesoro. Novella LXXXIII |||
 118
Come messere Azzolino fece bandire una grande pietanza. Novella LXXXIV |||
 119
La grande carestia che fu una volta in Genova. Novella LXXXV |||
 121
Qui conta d'uno ch'era fornito a dismisura. Novella LXXXVI |||
 122
Come uno s'andò a confessare. Novella LXXXVII |||
 123
Qui conta di messer castellano da Cafferi di Mantova. Novella LXXXVIII |||
 ivi
Qui conta d'un uomo di corte che cominciò una novella che non venia meno. Novella LXXXIX. |||
 124
Qui conta come lo 'mperadore Federigo uccise un suo falcone. Novella XC |||
 ivi