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le confessioni | 73 |
cupava senza posa da quegli ultimi tre anni. Ancora cercavo Dio.
«Bene, mi dicevo, non v’è alcun Dio che non sia una rappresentazione invece d’essere una realtà come lo è la mia vita tutta. Non v’ha nulla di simile e nessun miracolo potrà provarmelo, poichè il miracolo sarà ancora soltanto una rappresentazione ed anche poco ragionevole.»
«Ma la mia concezione di Dio, di ciò che cerco, mi domandavo, questa concezione da dove viene?» E ancora, a questo pensiero, le onde liete della vita si sollevavano in me, tutto s’animava intorno a me, riceveva un senso. Ma la mia gioia non durava a lungo, lo spirito continuava il suo lavoro.
«L’idea di Dio non è Dio, mi dicevo. L’idea è ciò che avviene in me. L’idea di Dio è qualche cosa ch’io posso risvegliare o no in me, non è ciò ch’io cerco; io cerco quello senza il quale la vita non potrebbe essere.» E siccome tutto moriva intorno a me, un’altra volta volevo uccidermi.
Ma rientrai in me stesso e ricordai tutti gli slanci di disperazione e di speranza che m’avevano assalito centinaia di volte. Ricordai che vivevo soltanto quando credevo in Dio. Adesso come prima, quando credevo conoscere Dio, vivevo, ma appena lo dimenticavo o non vi credevo, cessavo di vivere.
Che son dunque questa esaltazione e questa disperazione? Io non vivo quando perdo la fede nell’esistenza di Dio; mi sarei ucciso da molto tempo se non avessi avuto la vaga speranza di ritrovarlo, mentre vivo, vivo veramente quando lo sento e quando lo cerco. Allora, che cerco ancora? gridava una voce in me. È dunque co-