Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/541

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capitolo ventesimosecondo. 533

dei miei sospetti. Vidi alcuni capi di vestiario gettati qua e là come tolti appena di dosso; ma avvicinandomi al tavolino osservai che la penna era ancora intinta d’inchiostro. Certo adunque aveva scritto, e non voleva farmelo sapere: il che bastava per farmi sospettare più che mai, e la lasciai indi a poco augurandole la buona notte se non l’avessi più veduta. Il giorno appresso, quand’ella uscì per la messa insieme a sua madre, entrai nella sua stanza, e feci di tutti i cassetti di tutti gli armadi un diligentissimo esame. Ma tutto era aperto, e niente trovai che potesse dar ragione ai sospetti concepiti la sera prima. Guardai nella cantera del buffetto vicino alla lettiera, e ci vidi, fra molti libricciuoli devoti, una specie di sacchettino ricamato, nel quale ella costumava riporre medaglie, reliquie, immagini e altre simili cianfrusaglie. Mi parve che colle dita non si potesse giungere ben in fondo di quel sacchetto, e sentiva come alcune cartoline che non poteva carpire: allora lo rovesciai e scoprii una cucitura fatta, pareva, in gran fretta e con refe bianco. La disfeci, e trovai tre letterine graziosette, profumate ch’era una delizia a vederle.

— Ah ti ho colta, birbona! — diss’io, e non ebbi più rimorso di aver messo la mano ne’ suoi segreti; l’autorità paterna è forse, anzi certo, la sola che dia cotali diritti, perchè è obbligata a procurare il bene dei figli anche contro la loro volontà. Quelle tre letterine portavano la firma di Enrico, il quale era appunto il nome dell’ultimo figliuolo di Augusto Cisterna; vi si parlava oltre il bisogno di tenerezze, di baci, di abbracciamenti; ed io non cercava di saperne di più. Le misi in tasca e aspettai che le signore tornassero dalla chiesa. Infatti di lì a mezz’ora la Pisana venne alla sua stanza per levarsi il cappello e riporre la mantiglia, e fu meravigliata assai d’incontrarsi in suo padre.

— Pisana — le dissi io senza andare tanto per le lunghe, chè di avere fatto l’inquisitore era già più che stanco, —