Pagina:Le confessioni di un ottuagenario II.djvu/542

Da Wikisource.
534 le confessioni d’un ottuagenario.

qui ti bisogna esser sincera, ed espiare con una pronta confessione le colpe che per mera fanciullaggine hai commesse; dimmi subito dove e con qual mezzo ti trovi da sola a solo con quel signor Enrico che ti scrive tanto teneramente?...

La fanciulla traballò sulle gambe, e tramutì in viso a segno ch’ebbi compassione di lei, ma poi ricominciò a balbettare che non sapeva nulla, che non era vero, in modo ch’io perdetti la pazienza e ripetei con voce più autorevole il comando di esser ubbidiente e sincera. Contuttociò ella rimase imperterrita a rispondermi che non ci capiva un ette e a far l’indiana con tanta buona grazia, che mi sentii il solletico di schiaffeggiarla.

— Senti, figliuola — ripresi io un po’ sbuffando, un po’ trattenendomi. — Se io ti dicessi che tu ricevi e scrivi lettere a Enrico Cisterna, e che discorri con lui dopo che noi siamo a letto, alla finestra della Riva, non andrei un dito lontano dal vero. Ma non voleva dirlo per lasciarti il merito della sincerità. Ora che tocchi con mano ch’io so tutto, e vedi ciò nonostante che mi dispongo ad usar di tutta la mia bontà, spero che vorrai mostrartene degna, con dirmi come sei venuta in tanta confidenza con quel giovine, cosa ti piace tanto in lui, e perchè, se credevi onesta la tua condotta, hai creduto bene di celarla ai tuoi genitori. So che sei ben avveduta quando ne hai voglia, e adesso dovresti accorgerti che il partito più saggio, più onesto, più furbo, è di aprirti a me come ad un amico, perchè si veda di metter ordine a tutto, accordando le nostre convenienze anche col tuo talento se vuoi! —

A queste parole la Pisana dimise affatto quel suo contegno di figliuola modesta e paurosa per diventare lesta, sicura, sfacciatella quale io l’avea veduta più volte colle cameriere, o in qualche crocchio durante le lunghe distrazioni di sua madre.