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574 le confessioni d’un ottuagenario.

numeri e numeri! Pare impossibile che chi ha traversato l’Atlantico possa ridursi a fare una somma!...

Nuova Yorch, gennajo 1850.

Quanto era stanco di pencolare col mio sigaro in bocca in mezzo a bottegai e a sensali! Saranno ottima gente, ma mi par impossibile che siano pronipoti di Washington e di Franklin. Non so, ma credo che questi grandi uomini morissero senza posterità. Ho fatto anche qualche gita nei dintorni, ma questa potente natura mi dà figura d’un leone in gabbia. È trattenuta, spartita, tagliuzzata; bisogna vederla da lontano assai, o nelle nebbie quasi britanniche che abbondano in questo paese, per aver un’idea dell’America raccontata dai viaggiatori. Per me stento a credere che la nebbia ci fosse ai tempi di Colombo. L’avranno portata le macchine a vapore, come si dice ora della crittogama da qualche pazzo giornalista europeo. Ad ogni modo son contento di partire, e si partirà perchè l’ingegnere Carlo Martelli che doveva giungere a Nuova Yorch, e al quale è raccomandato il dottor Ciampoli, non può muoversi da Rio Janeiro. Il Brasile è lontano, e il dottore non è per nulla contento d’imprendere un nuovo viaggio e lunghissimo. Io invece non vedo l’ora che si faccia vela, e la Gemma sembra piuttosto propendere per la mia opinione, che per quella di suo padre. Quanto al fanciullo egli non parla che del Brasile, ed è ebbro di felicità! Ho buone notizie dei miei; godo ottima salute, le persone colle quali vivo m' amano e mi stimano; se trovassi un paese da sfogarmi la smania d’attività che mi divora, potrei star contento alla mia sorte. Che altro è mai la vita se non un lungo esilio?...