Pagina:Le dicerie sacre.djvu/279

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Mvsica ferenti. O Settenario benedetto. Eco quanto (ì accompagna bene in quefta Mufica il fuo- no delle canne infieme con la voce dolce, Voce chiara , Voce canora : Voce non femp!ice_>, ma conrencn e in sè il numero, e la forza di 7. voci. Che moft' luoghi fi rttrou no, doue per vna voce fola, che h profetica, (è ne fentano per la reiteratione dell'Eco repl-rar fette , hau- ui Scrittori affai gtaui, iqH.iIi piena fede ne_> fanno. Tcftimorvj di ciò fono le Piramidi d'Egitto , le quali per vna fola voce quattro , ej cìnqnc ne rendeuano altrui . Teft'monif lt_> Torri di Cizico colà vicine alla porta , che di Thtaca s’appellaoa, le quali fette voci riccuu-

  • e raddoppiati.!no, e moltiplicaiiano in numero

aitai maggiore. Ma molto più chiara proui_j re può fare il fatnofo Portico d’Olimpia, ilqual dall’cftito Heptaphonon nominaronoi Greci, percioche la tr.edefima voce quiui tratta, allo- xccchio del parlante Tempre con più alto tuono tirornauaben fette volte. Quinci difle Lu- cretio . ,, Sex Mut ftpttm loca vidi reddtre vo~ ctt, ,, Vn.t cttm tacerei ; ita coliti cclUbut ip. ,, Verta rtpulfantts iterabunt diftart- ferri . Come ciò fi faccia, io non voglio per hora fot- lihnentefpiare. Dicono i Peripatetici, che l'Eco altro non è , che rifletta humana voce_>, ch’alle mura di quello fpeco , doue fi parla_j giungendo fenza effer rotta, all’altrui orecchie ritorna intiera , & àguifa di palla, che_> incontroàdttxo fall» battuta, ritdedi nnouo in*