Pagina:Le dicerie sacre.djvu/347

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3 }8 I l Cielo, do l'auttorità di Gregorio Nazianzeno) nel tempo di Bafiiio Santo, c di Oamafo Papa , mentre , che la nauicella eccledaftica fcà le terape- fte di mille errori di perfidia ondeggiante, da quel peruerfo di Giuliano Apoftata era coni, battuta, intorno a gli anni del Signore trecento fefTintafei hebbe le fafee, e la culla . Vegga adunque ciafcuno, che hà fior d’ingegno , s'io in quefta parte dell'antichità originaria l’ hò con ragione al cielo agguagliata; e fe meritamente , e quali per miftero fatale , si come ella è di tutto il Chriftiauefimo la più antica , coti il cielo hà voluto anche nella più anticacafa di tutta l'Europa collocarla, Altq il cielo idi fito; Il che fù fatto non fenza opportuno configlio della eterna prouidenza, ac- cioch'e’ fi rolgefle tanto lunge dal globbo della tetra , che con la velocità del fuo moto non la rapide, si come il prollìmo elemento del fuoco del continouo rotando ne porta (eco . Oltre che ben conuenne , per eifere conferme albergo di si eccelfo habitatore , com’èl' Altiffimo, allontanarli totalmente dalle bade imperfettienidi ciuefta palla impura. E ceito fe in tanta altura tù fituato quel del tiofo Para- difo; che chiamano della tetra, piantato lo lo per diporto dell'huomo , che la piena dell vni- uerfal diluuio credefi non haucrlo potuto inna- bliate ; perche quel luogo, ch'c reggia di Dio, magione de gli Angioli, e fede della vera felici- rà, non doucua edere folleuato in parte, che luffe da tutte le turbulenze de' mondani accidenti feparato? Lafcio, che male potuto haurebbe quella patria di beaci dalla violenza, & audacia de gli huotnini aflicurarfi , quando efpolta fi