Pagina:Le dicerie sacre.djvu/57

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8 La P i t t v r à che farebbe vedere vn giardino , doue non tutti i fioti Cullerò tofe,ò gigli, ò viole, ma quante fono viole,e gigli,e roìe , tanti fioti follerò di varia qualità? Hor, che fia vedere di tanti Angioli, eciafcunodi forma diuerfa, fioriti quegli amenillìmi prati del Paradifo > Sì per rifpitto dell'ordine, poiché fono in tre Gerar- ehie didimi, ogni Gerarchia in tre Chori, Se * ogni Choro in più Legioni. Gl’inferiori fono da’fuperion illuminati di grado in grado, e_» quefti da Dio. 1 primi hanno cognitionc più , chiara delle dittine cofe, che i fecondi non_i hanno ; più i fecondi, che i terzi. Siperrifpet- fc to finalmente della moltitudine, poiché aliai ^ più Angioli hà nel Paradifo, che creaiure nel mondo, s’egli à pur vero(come r.oii può negar- fi veriflimo ) che sìcome i corpi incorro».bili eccedono fenza comp.natione i corrotubili in quantità , cosile foftauze fpirituali le corporali auanzano in numero. NunquìU c(l munir ut ; tnilhum tini ? Perche grauemente errò il’ | maeftro de’Saui, feguito fcioccamentedaal- eri Filofcfi , il qual fegaiuudo il (enfo, redrinfe in così breu: numero quelle menti gloriofe con adegnar tanti motori al Ciclo fenza più, quanti fono i vari moti de'globbi fuoi, dimando, che quedebadallero, e che oltre quede fouer* chie fodero l’altre , come quelle , che fenza_j propria operatone pigre, e neghittofe in otio 1 riuere non poteffero. Oltre, che lecodrinfeà volgere faticofamente à forza quelle correnti ruote ; E non s'auuide , che più alto , e più de* guo fine fi conueniua à quei pur i/lìmi intelletti, che l'elTere à muouerei corpi (blamente occupati . Bado vfficio nel veto à lato à quello de-