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«Il colloquio del sultano e del re delle Isole Nere terminò coi più teneri abbracci. Il giovine principe non pensò poscia che a disporsi al viaggio, e tre settimane dopo tutto era in pronto, con gran rammarico di tutta la corte e de’ sudditi, che ricevettero di sua mano per loro re uno de’ prossimi suoi parenti. Finalmente il sultano ed il giovane principe si posero in cammino con cento cammelli carichi di ricchezze inestimabili, estratte dai tesori del giovane re, che scelse per seguito cinquanta bei cavalieri, montati ed equipaggiati di tutto punto. Felice fu il loro viaggio; e quando il sultano, che aveva inviati corrieri per dar avviso del suo ritardo e dell’avventura che n’era cagione, fu vicino alla sua residenza, i principali dignitari vennero a riceverlo, assicurandolo la lunga di lui assenza non aver recato verun cambiamento nel suo impero. Gli abitanti anch’essi uscirono in gran folla, lo accolsero in mezzo ad applausi, e fecero allegria per parecchi giorni.
«La domane del suo arrivo, il sultano fe’ a tutti i cortigiani riuniti un’ampia relazione di ciò che, contro la sua aspettativa, avevane resa tanto lunga l’assenza, e dichiarò loro in pari tempo l’adozione fatta del re delle quattro Isole Nere, che si compiacque di abbandonare un gran regno per accompagnarlo e vivere con lui. Infine, onde riconoscere la fedeltà a lui serbata, distribuì molti doni proporzionati al grado da ciascuno occupato nella sua corte.
«Quanto al pescatore, essendo egli stato la prima origine della liberazione del principe, il sultano lo colmò di beneficii, e rese lui e la sua famiglia felicissimi pel resto della vita.»
Qui terminò Scheherazade la novella del pescatore e del genio. Dinarzade glie ne attestò l’infinito suo piacere, e Schahriar, essendosene pure dimostrato soddisfatto, essa lor disse saperne un’altra assai più bella,