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Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/245

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quanto coll’azione che feci. Ho saputo il tradimento delle vostre sorelle, e per vendicarvi, appena mi trovai libera pel vostro generoso aiuto, chiamai parecchie mie compagne, che sono fate al par di me; abbiamo trasportato il carico della nave nei vostri magazzini di Bagdad, poi la sommergemmo. Queste cagne nere sono le vostre due sorelle da me trasformate in codesta guisa. Tale castigo però non parmi sufficiente, e voglio che le trattiate ancora come sono per dirvi.

«A tali parole la fata mi strinse con un braccio, coll’altro afferrò le due cagna, e ci trasportò a casa mia a Bagdad, ove nel mio magazzino vidi tutte le ricchezze ond’era carico il vascello. Prima di lasciarmi, mi consegnò le due cagne, e dissemi: — Sotto pena di venire com’esse convertita in cagna, vi ordino da parte di Colui che confonde i mari, di dare ogni notte cento frustate a ciascuna delle vostre sorelle, per punirle del misfatto commesso contro la vostra persona e contro il principe che hanno annegato.» Fui costretta a prometterle di eseguire i suoi ordini.

«Dopo quel tempo, le trattai ogni notte, con gran dolore, nella maniera di cui vostra maestà fu testimonio. Dimostro loro col mio pianto il dispiacere e la ripugnanza ad adempire dovere sì crudele; e voi ben vedete che io sono più da compiangere che da biasimare. Se avvi qualche cosa che mi riguardi, di cui bramaste essere informato, mia sorella Amina ve ne darà schiarimento col racconto della sua storia.

«Ascoltata con maraviglia Zobeide, il califfo fece dal suo gran visir pregare Amina a volergli spiegare perchè avesse il seno coperto di cicatrici...

— Ma, sire,» disse Scheherazade a questo passo, «è giorno, e non devo più oltre trattenere vostra maestà.» Schahriar, persuaso che la storia cui aveva la sultana a raccontare sarebbe lo scioglimento delle pre-

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