Pagina:Le mille e una notti, 1852, I-II.djvu/716

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man, padre del principe, che gli stava seduto vicino, nè al principe, cui tanta libertà poteva incomodare, non potè trattenersi dallo sclamare: — Oh cielo! non v’ha al mondo nulla di più rassomigliante!» Voleva dire che lo trovava somigliantissimo alla principessa della China; ed infatti avevano fra loro molta somiglianza nei lineamenti.

«Tali parole del giovine naufrago posero in curiosità il principe Camaralzaman, il quale aperse gli occhi e lo guardò. Marzavan, che possedeva moltissimo spirito, approfittò dell’istante, e gli diresse i suoi complimenti in versi improvvisati, sebbene in maniera velata, a cui nè il re, nè il gran visir nulla compresero. Gli dipinse tanto bene ciò ch’eragii accaduto colla principessa della China, che non gli diè campo a dubitare ch’ei non la conoscesse, e non potesse dargliene notizia. Ne provò alla prima tal giubilo, che lo lasciò trasparire con più segni negli occhi e sul volto.....»

La sultana Scheherazade non ebbe tempo di dir altro per quella notte; il sultano però le diede il permesso di riprendere alla mattina seguente la sua narrazione, in questo modo:


NOTTE CCXX


— Sire, quando Marzavan ebbe finito il suo complimento in versi, che sorprese sì piacevolmente il principe Camaralzaman, si prese questi la libertà di far cenno colla mano al re suo padre che volesse levarsi dal suo posto, e permettere vi si collocasse invece lo straniero.

«Il re, lieto al vedere nel principe suo figliuolo un cangiamento che gli dava buona speranza, si alzò,