Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/122

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tutte le considerazioni, delle quali le sono obbligatissima; se non mi avesse dati tanti segni d’amore, con una sincerità di cui non ho potuto dubitare; se, senza esitare, non avesse scacciate tutte le sue donne, non fingo nel dirlo, io non sarei rimasta con lei. Mi sarei gettata in mare da codesta finestra, dov’ella mi trovò la prima volta che mi vide in quest’appartamento, tornando così da mio fratello, da mia madre e da’ miei parenti. Avrei anzi perseverato in questo disegno, e lo avrei eseguito, se dopo alcun tempo avessi perduta la speranza di divenir madre. Ora mi guarderò bene dal farlo nello stato in cui mi trovo. In fatti, checchè potessi dire a mia madre ed a mio fratello, giammai non vorrebbero credere ch’io fossi stata schiava d’un re come vostra maestà, e non mai eziandio mi perdonerebbero il fallo commesso contro all’onor mio, di proprio mio consenso. Così, o sire, sia un principe od una principessa ch’io metta alla luce, sarà questo un pegno che mi obbligherà a non separarmi mai più dalla maestà vostra. Spero inoltre ch’ella non mi riguarderà più come una schiava, ma bensì come una donna non indegna del suo parentado. —

«La principessa Gulnara terminò in tal guisa di farsi conoscere e raccontare al re di Persia la sua storia. — Mia vezzosa, mia adorabile principessa,» sclamò allora quel monarca; «quali maraviglie non ho mai ora intese! Che ampia materia alla mia curiosità per interrogarvi su cose tanto inaudite! Ma prima debbo ringraziarvi della vostra bontà e della pazienza vostra a provare la sincerità e la costanza dell’amor mio. Non credeva di poter amare più di quello ch’io vi amava: eppure, dopo che so esser voi una sì grande principessa, vi amo mille volte di più. Ma, che dico principessa? voi non lo siete più: siete la mia regina, e regina di Per-