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Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/150

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felice come desideriamo; ma giacchè si tratta della quiete e della soddisfazione del re mio nipote, vi do il mio consenso. Soprattutto però, poichè conoscete l’indole del re di Samandal, badate, ve ne supplico, di parlargli con tutti i riguardi, ed in modo sì urbano che non se n’abbia ad offendere. —

«La regina preparò colle proprie mani il presente, componendolo di diamanti, rubini, smeraldi e vezzi di perle, e pose il tutto in una cassetta ricchissima ed elegante. All’indomani, Saleh, preso commiato da lei e dal re di Persia, partì con un seguito eletto e poco numeroso de’ suoi ufficiali e servitori, e giunse in breve al regno, alla capitale ed al palazzo del re di Samandal, ove questi non tardò a dargli udienza, appena fu istruito del suo arrivo. Alzossi il monarca dal trono tostochè lo vide comparire, e Saleh, che volle per alcuni momenti dimenticare quello ch’egli era, si prosternò a’ suoi piedi, augurandogli l’adempimento d’ogni di lui desiderio. Subito il re di Samandal si abbassò per rialzarlo, e fattolo sedere accanto a sè, gli disse ch’era il ben venuto, e gli domandò se vi fosse qualche cosa in cui potesse servirlo.

«— Sire,» riprese il re Saleh, «quando non avessi altro motivo se non quello di presentare i miei rispetti ad uno de’ più possenti principi che vi siano al mondo, sì distinto per la sua saggezza e pel valore, non dimostrerei che debolmente a vostra maestà quanto io l’onori. Se ella potesse penetrarmi in fondo al cuore, conoscerebbe la grande venerazione ond’è ripieno per lei, e l’ardente desiderio che nutro di dargli prove del mio attaccamento.» E ciò dicendo, presa dalle mani d’un seguace la cassettina, l’aprì, e presentandogliela, lo supplicò a volerla aggradire.

«— Principe,» rispose il re di Samandal, «voi non mi fareste un dono così prezioso se non aveste