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Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/424

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rali di sua moglie, e perciò lo pregava ad attendere, pur farne levare il cadavere, ch’io fossi di ritorno. Ecco tutto ciò che posso dire a vostra maestà dietro l’ordine che m’ha dato. —

«Quando Mesrur ebbe finito il suo rapporto: — Non te ne chiedeva di più,» gli disse il califfo, ridendo di tutto cuore, «e sono contentissimo della tua esattezza.» Poi, volgendosi a Zobeide: «Or bene, signora,» soggiunse, «avete ancora qualche cosa da dire contro una verità sì evidente? Credete pur sempre che Nuzhatul-Auadat sia viva, e morto Abu Hassan, nè confesserete d’aver perduta la scommessa? —

«Zobeide non volle credere per nulla che Mesrur avesse riferita la verità. — Come! signore,» ripigliò essa, «v’immaginerete dunque ch’io voglia stare al rapporto di questo schiavo? È un impertinente che non sa cosa si dica. Non sono nè cieca, nè insensata: ho veduto co’ miei propri occhi Nuzhatul-Auadat nella massima afflizione; le parlai io medesima, e ben intesi ciò ch’ella mi disse sulla morte di suo marito.

«— Signora,» rispose Mesrur, «vi giuro per la vita vostra e per quella del Commendatore de’ credenti, cose a me le più care al mondo, che Nuzhatul-Auadat è morta, ed Abu Hassan vive. — Tu menti, vile e spregevole schiavo,» gli replicò Zobeide irata; «voglio confonderti sull’istante.» E tosto chiamate, battendo le mani, le sue donne, entrarono queste subito in gran numero. — Venite qui,» disse loro la principessa, «e dite la verità. Chi è la persona che venne a parlarmi un po’ prima che il Commendatore de’ credenti arrivasse qui?» Le donne risposero tutte essere stata la povera afflitta Nuzhatul-Auadat. — E voi,» soggiunse, volgendosi alla sua tesoriera, «cosa vi ho comandato di darle ritirandosi? — Madama,» rispose quella, «ho dato a Nuzha-