Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/476

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matrimonio nemmeno ai figli de’ sultani che non abbiano la speranza di regnare un giorno com’essi?

«— Madre,» replicò Aladino, «vi ho già detto che avea preveduto tutto ciò che mi dite, e vi ripeto la medesima cosa per tutto quello che potreste aggiungere: nè i vostri discorsi, nè le rimostranze vostre mi faranno cangiar pensiero. Vi dissi che farei domandare la principessa Badrulbudur in matrimonio per vostro mezzo; è una grazia che vi domando con tutto il rispetto dovuto, e vi supplico di non negarmela, a meno che non preferiate vedermi morire, piuttosto che darmi una seconda volta la vita. —

«Imbarazzatissima fu la madre di Aladino vedendo l’ostinatezza, colta quale questi persisteva in un’idea sì priva del senso comune. — Figlio,» gli ripetè, «sono vostra madre, e come una buona madre che v’ha messo alla luce, non v’ha cosa ragionevole, nè conveniente al mio stato ed al vostro, ch’io non sia disposta a fare per amor di voi. Se si trattasse di parlare di matrimonio per voi colla figlia di qualche nostro vicino, di condizione eguale o prossima alla vostra, nulla tralascerei, adoprandomi di buon cuore in tutto ciò che, fosse in mio potere; ed ancora, per riuscirvi, bisognerebbe che aveste sostanze o qualche rendita, o che sapeste un mestiere. Quando povera gente come noi vogliono accasarsi, la prima cosa cui devono pensare è d’aver da vivere. Ma senza fare alcuna riflessione sulla bassezza della vostra nascita, sul poco merito e le nessune facoltà che avete, voi spiccate il volo sino al più alto grado della fortuna, e le vostre pretese non vanno nientemeno che a voler domandare in matrimonio e sposare la figlia del vostro sovrano, il quale non ha se non a dire un’unica parola per rovinarvi e schiacciarvi. Lascio da banda ciò che vi concerne, che a voi tocca fare