Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/603

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vene uno: lui solo può ridonartela. Egli ti aveva dato ricchezze delle quali eri indegno; te le ha tolte, e le darà, per mia mano, ad uomini che non saranno ingrati al par di te. —

«Il dervis non disse altro, ned io sapeva cosa soggiungere; mi lasciò solo, oppresso di confusione ed immerso in duolo inesprimibile; adunati i miei ottanta cammelli, li condusse via, e prosegui la sua strada verso Balsora.

«Lo pregai a non abbandonarmi in quel miserabile stato, e ad aiutarmi almeno a condurmi sino alla prima caravana; ma fu sordo alle mie preghiere ed alle mie grida. Così, privo della vista, e di tutto ciò che possedeva al mondo, sarei morto di cordoglio e di fame, se all’indomani una caravana, che tornava appunto da Balsora, non m’avesse caritatevolmente raccolto e ricondotto a Bagdad.

«Da uno stato paragonabile a quello de’ principi, se non per forza e potere, almeno per ricchezza e magnificenza, mi vidi ridotto alla mendicità senza speranza di mai più risorgerne. Fui dunque costretto a chiedere l’elemosina, ed è quello che feci sino al presente; ma onde espiare la mia colpa verso Dio, m’imposi nello stesso tempo la pena d’uno schiaffo dalla parte d’ogni persona caritatevole che sentisse compassione della mia miseria.

«Ecco, Commendatore de’ credenti, il motivo di ciò che ieri parve a vostra maestà tanto strano, e che deve avermi fatto incorrere nella sua indignazione; gliene domando nuovamente perdono come suo schiavo, sottomettendomi a ricevere il castigo che mi son meritato. Quand’ella si degni pronunciare intorno alla penitenza che volonterosamente m’imposi, son persuaso che la troverà troppo lieve, e molto inferiore al mio delitto. —