Pagina:Le mille ed una notti, 1852, III-IV.djvu/696

Da Wikisource.

278

NOTTE CCCLXXI


— Sire,» ripigliò l’indomani la sultana, «il capitano de’ malandrini, alzatosi in pari tempo di Ali Baba, lo accompagnò sino alla porta, e mentre questi entrava in cucina per parlare con Morgiana, egli uscì nella corte, col pretesto di andar a vedere nella scuderia se nulla mancava a’ suoi muli.

«Alì Baba, raccomandato nuovamente alla schiava di aver cura dell’ospite, e non lasciarlo mancare di cosa alcuna: — Morgiana,» soggiunse, «ti avverto che domattina vado al bagno prima di giorno; abbi cura che la mia biancheria sia pronta, dandola ad Abdalla (era il nome del suo schiavo), e preparami un buon brodo da prendere al mio ritorno.» Dopo tali ordini, si ritirò per coricarsi.

«Il capitano de’ ladri intanto, all’uscire dalla stalla andò a dare alla sua gente l’ordine di quanto dovevano fare, e cominciando dal primo otre sino all’ultimo, disse a ciascheduno: — Allorchè mi sentirete gettar sassolini dalla stanza dove sarò alloggiato, non mancate di farvi largo, tagliando l’otre da cima a fondo col coltello del quale siete muniti, e di uscirne subito: in breve sarò da voi. —

«Il coltello del quale ei parlava era aguzzo ed affilato a tal uopo. Fatto questo, ei tornò in casa, e presentatosi alla porta della cucina, Morgiana, preso un lume, lo condusse alla camera per lui preparata lasciandovelo, non senza prima domandargli se avevi bisogno di qualche altra cosa. Onde non destar sospetti, il capitano spense il lume poco tempo appres-