Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/158

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«— Chi v’ha date tutte queste cose,» le dissero, «ed in qual modo questa casa si è d’improvviso cambiata? Ieri soltanto era una lurida casupola, nera, senza dipinti, e tanto meno vi si vedevano i marmi. Dormiamo, e tutto questo non è che un sogno, oppure è l’effetto d’un incantesimo?

«— Non v’ha illusione,» disse la vecchia, «tutto fu fatto nel modo il più naturale; fu mio genero che operò tutte queste maraviglie, e mi mandò tutto quello che vedete. — Vostro genero! E chi è vostro genero? Quando avete maritata vostra figlia? Noi non ne abbiamo saputo nulla. — Tutto si effettuò entr’oggi. — Qual è lo stato di vostro genero? È certamente un ricco mercadante od un gran signore.

«— Mio genero non è nè l’uno nè l’altro; è un ladro, ma non un ladro comune: è il capitano di tutti i ladri.» A tali parole, le vicine rabbrividirono, e dissero alla vecchia:

«— In nome di Dio! fateci la grazia di raccomandarci a vostro genero, affinchè lasci stare le nostre case. Fra vicini si devono avere reciproci riguardi. — Non temete, egli è un uomo generoso; io vi prometto che non solo non vi toglierà nulla, ma ordinerà ai ladri, dei quali è duce, di rispettare le vostre proprietà. —

«Le promesse della vecchia rassicurarono alquanto le vicine, le quali aiutaronla a disporre i mobili ed assettare la casa. Quand’ebbero finito, si occuparono dell’abbigliamento della sposa: si mandò dapprima a chiamare un’acconciatrice, poscia le fecero indossare abiti magnifici e l’adornarono d’ogni sorta di gioielli. Mentre compivasi la toletta della sposa, si videro giungere facchini che portavano canestri pieni delle vivande più delicate e dei migliori piatti, come piccioni, polli, pernici, quaglie, galline faraone (1);

  1. In arabo cata od al cata.