Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/294

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preferirebbe in breve una rivale; ed io sarei disprezzata e trattata come una schiava. —

«Quella risposta, riferita al re, non fece che aumentarne l’ardore e l’impazienza. — Assicurate vostra figlia,» disse a Zorghan, «che io l’amerò sempre. Del resto, la passione che m’ispira è tale, che, se voi non acconsentite ad accordarmela, adoprerò per ottenerla la forza e la violenza. —

«Zorghan partecipò alla figlia i sentimenti e le minacce del re. — Padre,» disse allora Aroa, «il re vuol farmi già sentire il suo potere e la sua tirannide; che cosa accadrà allorquando gli sarò sposa? Ditegli che sono legata da un voto religioso, e che non posso assolutamente maritarmi. —

«Dadbin, udendo quest’ultima risoluzione, diè libero sfogo alla sua collera, e minacciò di morte il visir se non gli accordava la mano della fanciulla.

«Zorghan, intimorito, vola subito a casa e scongiura la figlia ad acconsentire; ma vedendo di non poter vincere la di lei ripugnanza, cede alla tenerezza paterna, e risolve di fuggire con lei. Montano entrambi a cavallo, e, seguiti da alcuni schiavi, si dirigono insieme verso il deserto.

«Appena Dadbin fu avvertito della loro fuga, si mise ad inseguirli, accompagnato da numeroso stuolo di cavalieri. Zorghan e sua figlia sono raggiunti ed arrestati; il re si precipita con furore su Zorghan, gli spacca il cranio colla mazza d’armi, e lo stende morto a’ suoi piedi; poscia conduce Aroa nel suo palazzo, e la costringe ad accettare una mano ancor tinta nel sangue del genitore.

«Aroa, benchè disperata per la morte del padre, e sdegnata delle violenza usatale dal re, soffrì la sua disgrazia con pazienza e rassegnazione; raddoppiò di pietà, e passava gran parte del giorno e della notte pregando.