Pagina:Le mille ed una notti, 1852, V-VI.djvu/82

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«La donna prese con gioia il bambino, e fecesi un vero diletto d’incaricarsene. Non volle l’intendente indagar troppo d’onde potesse il fanciullo provenire. — Veggo bene,» disse fra sè, «che è venuto dal lato dell’appartamento della sultana: ma non tocca a me indagare ciò che colà entro accade, nè di recar turbamenti in un luogo ove tanto è necessaria la pace. —

«L’anno seguente la sultana si sgravò d’un altro principino. Le snaturate sorelle non ebbero, maggior compassione di questo che del primogenito, ed espostolo anch’esso in un cesto di vinchi sul canale, supposero che la sultana si fosse sgravata d’un gatto. Fortunatamente pel neonato, trovandosi l’intendente dei giardini presso al canale, lo fe’ prendere e portare a sua moglie, incaricandola di averne la stessa cura come del primo: il che essa fece, non meno per propria indole, come per uniformarsi alla buona intenzione del marito.

«Il sultano di Persia fu molto più sdegnato di questo parto che del primo, e ne avrebbe palesato il proprio risentimento, se le rimostranze del gran visir non fossero state anche questa volta abbastanza persuasive per acchetarlo.

«Sgravossi la sultana infine una terza volta, non di un principe, ma d’una bambina, e l’innocente ebbe la medesima sorte de’ fratelli. Le due sorelle, le quali avevano risoluto di non desistere dalla detestabile loro impresa, se prima non vedevano la sultana loro cadetta almeno rigettata, scacciata ed umiliata, le usarono il medesimo trattamento, esponendola sul solito canale. Ma anche la bambina fu soccorsa e sottratta a certissima morte dalla compassione e carità dell’intendente de’ giardini, al pari dei due principi suoi fratelli, co’ quali fu nutrita ed allevata.

«A tanta inumanità le due sorelle aggiunsero, co-