Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/580

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vide ch’era stato derubato di tutto, se la prese col padrone dell’asino. — Dov’è tua madre?» disse. — Non è mia madre,» rispose l’altro, «ma bensi una furbaccia che mi rubò il mio asino e fece man bassa nella vostra bottega.» Nell’istesso punto giunsero il giovane mercadante, il tintore ed il gioielliere. Vedendo il barbiere e l’asinaio in contesa, informaronsi del motivo, e con istupore udirono la nuova astuzia della vecchia. Il barbiere si unì ad essi, e recarono tutti insieme al palazzo del luogotenente di polizia. — Reclamiamo da voi,» gli dissero, «la restituzione di ciò che abbiamo perduto. — Ma come volete,» rispose il vali, «ch’io scopra la vostra vecchia in mezzo a migliaia d’altre che si trovano in questa città? — Ohi» disse l’asinaio, «io la conosco benissimo; datemi quattro o cinque de’ vostri uomini, e spero di trovarla in breve.» Il luogotenente gli diede cinque agenti, coi quali egli percorse indarno la città tutta la notte; ma la mattina, incontrate l’oggetto delle loro indagini, impadronironsi della vecchia e la condussero al palazzo di polizia, ove attesero che il luogotenente desse udienza.

«Delileh finse di addormentarsi. I cinque uffiziali, che avevano passato tutta la notte in corsa, lasciaronsi vincere dal sonno, e parimenti s’addormentarono l’asinaio, il tintore, il gioielliere ed il giovane mercante. Allora Delileh si alzò lieve lieve e senza far rumore, ed entrata nel serraglio del luogotenente di polizia, baciò le mani alla consorte del vali, e le chiese del marito. — Dorme ancora,» rispose la signora; «cosa volete di sì buonora? — Egli ha conchiuso con mio marito, mercatante di schiavi, un contratto di mille zecchini per cinque mamelucchi, ed uno di dugento per una botte di vino.» Il vali aveva in fatti dato alla moglie mille zecchini per comprare cinque mamelucchi, cosa che Delileh aveva saputo per caso il giorno innanzi.