Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/592

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gli, ma l’amicò lo pregò di stare in casa sua tre giorni per evitargli sguardi della polizia fitti su tutti i forestieri che giungevano colle caravane. — Non credere,» gli disse, «che Bagdad somigli al Cairo. Qui formicolano gli spioni ed i mezzani della polizia, come le mosche e l’oche formicolano tra voi. —

«Rimase dunque Ali tre giorni in casa dell’amico; ma il quarto, non potendo più frenarsi, uscì per correre la città, cercare occasione di spiegare i suoi talenti, e farsi in modo vantaggioso conoscere dal califfo.

«Andando così di via in via, Argento-Vivo incontrò quaranta schiavi che marciavano in due file, con berrettoni di guardie e lunghi bastoni in mano; erano le guardie di Delileh, che veniva dietro ad essi, con elmo d’oro in testa, seduta sopra una mula, e vestita di cotta di maglia d’acciaio. Usciva dal divano, e tornava a casa. Passando, volse uno sguardo su Alì, e notò in lui un giovane di belle forme e di grato aspetto, che mal non somigliava ad Ahmed-ed-Deouf; impaziente di sapere chi fosse, appena fu a casa consultò i suoi libri cabalistici, e seppe per combinazione di numeri e di lettere che quel giovane chiamavasi Alì Argento-Vivo, del Cairo. — Che fate, madre?» domandò Zeineb la Furba. — Consultava i miei libri,» rispose Delileh, «per sapere chi è quel grazioso guidone che vidi stamane tornando dal divano. Ei mi pare un altro Ahmed-ed-Deouf, e basta per empirmi di spavento; forse che sia qualche nuovo strumento fatto qui venire per giuocarci qualche bel tratto, e vendicarsi di quella gherminella che gli abbiam fatta noi, spogliandolo lui e la sua gente. — Se vere sono le vostre congetture,» rispose Zeineb, «bisogna prevenirne le conseguenze.» Ciò detto, prese il più bell’abito ed uscì di casa per tentar di scoprire il nuovo venuto; rispondeva con solleticante civetteria a tutti gli uomini che la mira-