Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/593

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vano, ed in tal modo percorse varie contrade sinchè alla fine incontrò Argento-Vivo, cui riconobbe facilmente pel ritratto fattole dalla madre. Lo salutò essa per la prima. — Ah! buon giorno, mia bella,» rispos’egli,» a chi appartenete? — Ad un uomo ricco che vi somiglia,» ripres’ella. — - Dunque siete maritata? — Sì, sono figlia d’un mercante, e mio marito esercita la medesima professione. Siccome oggi mi trovo sola in casa, sono uscita per cercare qualcuno che mi faccia il piacere di passar la notte con me.» Ricusò Alì da principio simile proposta, che poteva, appena giunto a Bagdad, tirargli addosso qualche cattivo affare col marito. Laonde, tratto di tasca uno zecchino, volea darlo a Zeineb, per isbarazzarsene. — Oh! mio Dio, no,» diss’ella, «tutta la vostra borsa non potrebbe far le veci della vostra persona,» E lo costrinse a seguirla. Passate diverse strade, fermossi dinanzi una vasta casa colla porta chiusa da forte serratura, e quivi: — Entrate,» disse ad Alì. Dov’è la chiave?» domandò egli. — L’ho perduta,» quella risposa — Ma,» riprese Ali, «la giustizia punisce chi apre le porte senza chiavi» Per tutta risposta, la bella gli dardeggiò due tenere occhiate, ed Alì, non potendo resistere al potere di quegli sguardi, ruppe i catenacci ed entrò colla compagna nella casa. Lo condusse ella in una sala piena di sciabole ed altre armi, ed ivi, postisi a tavola, Alì era trasportato al terzo cielo. Finito il pasto, Zeineb si recò sul margine d’un pozzo per lavarsi le mani; ma d’improvviso mandò un alto strido, e si mise a battersi il petto. — Che cosa avete mai, amica mia?» le chiese Ali. — Son disperata,» rispose Zeineb; «m’è caduto nel pozzo un anello di cinquecento zecchini, comprato ieri da mio marito: non posso più gustare un istante di pace sinchè nol riabbia. Calatemi nel pozzo; bisogna che a qualun-