Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/663

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lattiadell’ignoranza, ma voi mi guarirete coi rimedi de’ vostri lumi.» Rispose Scimas con un complimento analogo, e pregò il principe di proporgli i suoi dubbi. Il primo concerneva la creazione. — Di che formò Iddio l’universo?» chiese il principe. — Di nulla,» rispose Scimas; «ei l’ha creato pel solo effetto della sua onnipotenza. Se ne dubitate, considerate il sole e la luna nel loro alzarsi e nel tramonto. — Io non dubito dell’onnipotenza di Dio, ma spiegatemi come si manifesti. — Pel solo potere della sua parola; perocchè la sua parola trasse dal nulla tutto ciò che esiste, e senza di lei, nulla esisterebbe., — Se Iddio è la verità stessa, e creò tutte le creature nella via della saviezza, come l’errore trovò mai adito nel mondo? — Mediante gli uomini che abbandonarono il sentiero della verità. Perciò Iddio diede il pentimento ed il castigo a compagni dell’errore e di chi dilungasi dal sentiero della virtù. — Ma d’onde viene questa differenza tra gli uomini, che gli uni camminano nel sentiero della saviezza e della virtù senza mai scostarsene, mentre gli altri, passando continuamente la vita in mezzo al delitto ed all’errore, s’attirano sul capo lo sdegno del Signore? — Iblis n’è la cagione: era egli la più perfetta delle creature di Dio; ma avendo negato d’adorare Adamo, fu spacciato dal cielo, e da quel tempo, geloso della sorte degli uomini, non cerca che di nuocer loro. — Ma se Dio è onnipotente, come possono gli uomini, che sono sue creature, operare contro la volontà sua, e mostrarsi ribelli a’ suoi ordini? — Nol possono se non in quanto Iddio lo permette; e quando persistono nella disobbedienza, è inevitabile la loro ruina. — Ha Iddio creato esattamente ciò ch’è necessario, oppure creò egli più o meno che necessario non fosse? — Dio creò esattamente tutto ciò ch’era necessario, nè più, nè meno. — Quali sono le due cose, una delle quali è