Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/720

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celliere piene di augelli, boschetti d’ombra deliziosa.

Il gobbo lo condusse in un padiglione adorno di rabeschi d’oro e d’argento, ed al quale si ascendeva per cinque gradini; in mezzo stava una vasca fatta di piastre d’oro e d’argento, con intorno una moltitudine di figure d’animali di tutte le grandezze; il rumore che faceva l’acqua, cadendo dalle loro gole, imitava perfettamente la voce naturale degli animali rappresentati da quelle figure. A sinistra era una finestra, dalla quale scorgevasi un parco immenso pieno di gazelle e di selvaggiume. A destra, la vista spaziava sur un cortile, popolato d’uccelli, i cui diversi gorgheggi formavano un susurrio maraviglioso.

«Il giardiniere si allontanò, e poco dopo comparve con un arrosto e confetture. — Mangiale,» disse ad Ibrahim; «ecco un pollo degno d’un principe; mangiatene quanto potete e serbate il resto, poichè se Gemileh vien qui, non potrò portarvi nulla.» Poi con rami di palma fece una specie di pergola. Potrete nascondervi qui senza essere veduto,» soggiunse, «ed udir cantare la principessa: non verrà fino a domani, laonde potete sin allora passeggiare a vostro piacere. — «La domane mattina di buon’ora il gobbo corse tutto ansante al principe per dirgli di salire al più presto sulla palma, perchè erano già giunte le schiave mandate per fare i preparativi necessari ad accogliere la principessa.

«Salì Ibrahim sulla pianta, ed il gobbo se ne andò pregando il cielo per lui. Poco stante, il principe vide arrivare cinque schiave di gran bellezza, le quali entrarono nel padiglione, dove cavatisi gli abiti, lo aspersero d’acqua di rosa, lo profumarono di muschio e d’ambra, e ne coprirono il pavimento con tappeti di stoffa d’oro: furono poi seguite da cinque altre schiave armate, le quali portavano un ricco padi-