Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/747

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mate l’ira, ed andate a trovare vostra moglie. — Dov’è?» domandò Asti-Obeid. — Sin dall’arrivo di mio figliuolo,» rispose Abderahman«. «sta rinchiusa in quel padiglione che vedete laggiù. Ho cercato al figlio un altro partito, ed abbiamo oggi finito le cerimonie degli sponsali. Ecco la chiave del padiglione.» Il gioielliere la prese con giubilo straordinario, e Abderahman lo seguì di lontano, armato d’un pugnale ch’era risoluto di mettere in opra. Alla porta del padiglione, Qbeid udì la moglie gemere sul matrimonio dell’amante. — Non vi aveva io predetto prima,» diceva la schiava,», che la vostra relazione con questo bel giovane, finirebbe male? Ecco la ricompensa di tutti i sagrifizi che faceste per lui; non appena arrivata, vi fa incarcerare. — Zitto! sciagurata,» rispose la padrona, «preferirei languire di suo ordine, in un carcere, che vivere in libertà con mio marito. — Aspetta, infame!», gridò il gioielliere, e scagliatosi sulla donna, l’uccise al par della schiava. Poco dopo si pentì di essersi lasciato trasportare dal furore, e temendo il risentimento di Abderahman per aver commesso tal delitto in casa sua, stava per trafiggersi, allorchè lo stesso ospite, testimonio occulto di quell’atto, gli si gettò nelle braccia dicendo; — Ecco quello che si chiama trattare da uomo d’onore! io era deciso di trucidarvi, con vostra moglie e la schiava, se vi foste mostrato abbastanza debole da perdonarle. Ora siate il benvenuto in casa mia, e ricevete la mano di mia figliuola Stella-del-Mattino, sorella di Kamar-al-Zeman.» —

«Si sparse la voce che le due donne erano morte di morte naturale e vennero seppellite pubblicamente. Abderahman andò a trovare il mufti per annunziargli le nozze di Kamar-al-Zeman e di sua figlia in quello stesso giorno; il che in fatti ebbe luogo con grande