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Pagina:Le mille ed una notti, 1852, VII-VIII.djvu/748

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allegrezza di Abderalman, di suo figliuolo e del gioielliere Asti-Obeid.

«Alcun tempo dopo, provando quest’ultimo un vivo desiderio di tornar in patria, accommiatossi dalle suocere e venne a Basra, dove i suoi amici, che lo credevano nell’Hedjaz1, lo ricevettero colla più viva gioia. — La signora,» dissero, «ci dispenserà ella per l’avvenire dalla sua passeggiata del venerdì?» Essi non sapevano nulla ancora degli avvenimenti, ed il gioielliere era risoluto di non parlarne con alcuno. Ma avendo il re voluto sapere perchè Obeid avesse intrapreso un viaggio senza suo permesso, si vide costretto a narrargli tutta la sua storia. Cinque anni dopo, il gioielliere morì, ed il re volle sposarne la vedova. Ma essa rifiutò dicendo che le donne del Cairo erano troppo ben nate per consolarsi con un secondo matrimonio della morte del primo marito. D’onde si può concludere che, se v’hanno femmine le quali meritano, come Halima, di essere trucidate, altre pur ve ne sono che ponno servir di modello di fedeltà come Stella del Mattino.»

NOTTE CMLXXI-CMLXXXII

STORIA

D’ABDALLAH, FIGLIUOLO DI FAZL, E DE’ SUOI FRATELLI.

— Sotto il regno del califfo Aaron-al-Raschild, accadde un anno che furono esattamente pagati i tributi delle diverse province dell’impero, tranne quelli della

  1. Provincia dell’Arabia Petrea, ove sono la Mecca e Medina.