Pagina:Le murate di Firenze, ossia, la casa della depravazione e della morte.djvu/74

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seppero approfittare! La scena avrebbe avuta una più lunga durata se la vecchiuccia avesse agito di conserva e con secondo fine come i due imbroglioni, ma essa che sentiva solo gli impulsi del cuore, e di giorno in giorno facevasi del croccante ognor più ghiotta, e dell’idol suo più cacherosa, portò le cose allo stremo, tanto che lo scandalo fu grande, di amendue se ne levarono i pezzi, e Tremerello si trovò in brutt’acque e a serii cimenti. Una sera fra l’altre l’ebbe a buon mercato di potersela svignar gatton gattone per una porticella di sussidio, e di campar la pelle da una grandinata di sassi, che gli piovve improvvisa e fitta addosso nel mentre entrava in canonica.

Cominciarono allora alcuni a mettere in sospetto il pupillo, il quale continuamente spronato e adizzato a guardar bene il fatto suo, fece cuore, e dimandò di voler vedere qualche cosa de’ suoi interessi. Poco bastò perchè i sospetti divenissero certezze, ond’egli fatto ardito, ne fece pubbliche querele, rampognò, svergognò i due ipocritoni, i quali veduta la mala parata lo racchetarono alla meglio e lo lasciarono libero. Ma intanto si eran pappate molte cene e pranzi, e quel che meglio importa s’eran beccate fior di derrate.

Faccendieri, mestatori, affannoni, vivono tramando e ingegnando continui raggiri; e se sempre sono pericolosi e funesti, allora sono veramente esiziali quando lavorano alla coperta colla lima sorda. Però nel far male a tanti potrebbe adivenire che qualche cicala, sentendosi grattata, cantasse in vetta al palo, e sufolasse negl’orecchi dei traditi paesani ì loro malvagi e perfidi secreti, donde messi in sospetto più facilmente subodorassero e scoprissero lor trame.

— Ciò sarebbe un gran bene, e certamente avverrà, perchè chi troppo tira la corda la strappa. Ditemi,