Pagina:Le opere di Galileo Galilei V.djvu/385

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del flusso e reflusso del mare. 381


Ora io, Illustrissimo Signor, quando vo essannnando i sin qui dichiarati accidenti ed altri appresso, che accaggiono in questa ultimamente considerata cagione di movimenti, inclinerei grandemente a prestar l’assenso, che la ragione dei flussi e reflussi dell’acque marine potesse risedere in qualche movimento dei vasi che le contengono, sì che, attribuendo qualche moto al globo terrestre, da quello potessero trarre origine i movimenti del mare. Il qual principio, sì come non satisfacendo ai particolari accidenti che sensatamente veggiamo nei flussi e reflussi, darebbe segno di non esser causa adequata dell’effetto, così, satisfacendo al tutto, potrà darci indizio di esserne la propria cagione, o almeno molto più probabile che qualunque altra sino a questa età ne sia stata prodotta.

Pigliando, dunque, ex hypothesi la mobilità della Terra secondo quei movimenti medesimi che anticamente da molti ed ultimamente da altri filosofi gli furono, in grazia di altri effetti sensati, attribuiti, andiamo considerando quale azzione e corrispondenza e’ possino avere con la presente materia: e per maggior lucidezza dichiariamo brevemente i moti attribuiti al globo terrestre.

Il primo e massimo è il moto annuo sotto l’eclittica, da occidente verso oriente, in un orbe o cerchio il cui semidiametro è la distanza dal Sole alla Terra. Il secondo è una conversione in se stesso e circa il proprio centro di esso globo terrestre, fatta nello spazio di 24 ore, pur verso le medesime parti, cioè da occidente verso oriente, ben che intorno ad un asse alquanto inclinato all’asse del movimento annuo. Lascio il terzo moto, come poco o nulla attenente a questo effetto per la sua grandissima tardità in comparazione di questi due velocissimi, essendo la velocità della già detta revoluzione in se stessa circa a trecento e sessantacinque volte maggiore di questo movimento terzo, se però egli così deve nominarsi; della qual diurna velocità, presa anco nel cerchio massimo del globo terrestre, è la velocità del movimento annuo più che tripla.

E per più facile intelligenza, sia la circonferenza dell’orbe magno AFG, intorno al centro E; il globo terrestre sia BCDL, intorno al centro A; il moto annuo intendasi esser fatto dal globo terrestre dal punto A verso la parte F, descrivendo col suo centro essa circonferenza AFGI in trecento sessantacinque giorni in circa; e tra tanto

12. a quest’ora, G, P2 — 32. più chiara intelligenza, G, P2