Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/186

Da Wikisource.
178 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

leggieri. Vengo ora a un altro punto, e vi domando: perchè l’aria non porta via adesso quel cedro ch’è su quella tavola?

Simp. Perchè ella stessa non si muove.

Salv. Bisogna dunque che il proiciente conferisca il moto all’aria, col quale ella poi muova il proietto. Ma se tal virtù non si può imprimere, non si potendo far passare un accidente d’un subbietto in un altro, come può passare dal braccio nell’aria? non è forse l’aria un subbietto altro dal braccio?

Simp. Rispondesi che l’aria, per non esser nè grave nè leggiera nella sua regione, è disposta a ricevere facilissimamente ogni impulso ed a conservarlo ancora.

Salv. Ma se i penduli adesso adesso ci hanno mostrato che il mobile, quanto meno participa di gravità, tanto è meno atto a conservare il moto, come potrà essere che l’aria, che in aria non ha punto di gravità, essa sola conservi il moto concepito? Io credo, e so che voi ancora credete al presente, che non prima si ferma il braccio, che l’aria attornogli. Entriamo in camera, e con uno sciugatoio agitiamo quanto più si possa l’aria, e fermato il panno conducasi una piccola candeletta accesa nella stanza, o lascivisi andare una foglia d’oro volante; che voi dal vagar quieto dell’una e dell’altra v’accorgerete dell’aria ridotta immediatamente a tranquillità. Io potrei addurvi mille esperienze, ma dove non bastasse una di queste, si potrebbe aver la cura per disperata affatto.

Sagr. Quando si tira una freccia contr’al vento, quanto è incredibil cosa che quel filetto d’aria, spinto dalla corda vadia al dispetto della fortuna accompagnando la freccia! Ma io ancora vorrei sapere un particolare da Aristotile, per il quale prego il signor Simplicio che mi favorisca di risposta. Quando col medesimo arco fussero tirate due freccie, una per punta al modo consueto, e l’altra per traverso, cioè posandola per lo lungo su la corda, e così distesa tirandola, vorrei sapere qual di esse andrebbe più lontana. Favoritemi in grazia di risposta, benchè forse la dimanda vi paia più tosto ridicola che altrimenti; e scusatemi, perchè io, che ho, come voi vedete, anzi del grossetto che no, non arrivo più in alto con la mia speculativa.

Simp. Io non ho veduto mai tirar le freccie per traverso: tuttavia credo che intraversata non andrebbe nè anco la ventesima parte di quel ch’ella va per punta.

Sagr.