Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/329

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giornata terza. 321


Simp. Forse fa questo per ritrovar, con tali misure più piccole e con le loro frazioni, la distanza della stella determinata sino a 4 dita; perchè noi altri, che non intendiamo le vostre regole aritmetiche, restiamo stupefatti nel sentir le conclusioni, mentre leggiamo, verbigrazia: "Adunque la cometa, o la stella nuova, era lontana dal centro della Terra trecento settantatremila ottocentosette miglia, e più dugent’undici quattromilanovantasettesimi 373807 211/4097", e sopra queste tanto precise puntualità, dove si registrano tali minuzie, formiamo concetto che sia impossibil cosa che voi, che ne’ vostri calcoli tenete conto d’un dito, poteste in ultimo ingannarci di 100 miglia.

Salv. Questa vostra ragione e scusa sarebbe accettabile, quando in una distanza di migliaia di miglia un braccio di più o di meno fusse di gran rilievo, e quando le supposizioni che noi pigliamo per vere fusser così certe, che ci assicurassero che noi fussimo per ritrarre in ultimo un’indubitabil verità: ma qui voi vedete, nelle 12 indagini dell’autore le lontananze della stella, che da esse si raccolgono, esser differenti l’una dall’altra (e però lontane dal vero) di molte centinaia e migliaia di miglia; ora, mentre io sia più che sicuro che quel ch’io cerco deve necessariamente differir dal giusto di centinaia di miglia, a che proposito affannarsi nel calcolo, per la gelosia di non ismagliar d’un dito  1? Ma venghiamo finalmente all’operazione, la qual io risolvo in tal modo.

Ticone, come si vede nella nota, osservò la stella nell’altezza polare di gr. 55.58 m.p.; e l’altezza polare del Landgravio fu 51.18 m.p.: l’altezza della stella nel meridiano, presa da Ticone, fu gr. 27.45 m.p.; il Landgravio la trovò alta gr. 23.03 m.p.: le quali altezze son queste notate qui appresso, come vedete:

Ticone Polo 55.58 m.p. ✶ 27.45 m p.
Landgravio Polo 51.18 m.p. ✶ 23.03 m.p.
Fatto questo, sottraggo le minori dalle maggiori, e restano queste differenze qui sotto: 4.40 m.p. 4.42 m.p.
Parallasse 2 m.p.
  1. Dopo d’un dito nell’autografo si legge, cancellato, quanto segue: Ma più, quanto sarebbe più vana ed inutile una tal fatica quando, senza risolver la comune misura, con lunghezza di tempo e tedio nell’operare, in miglia o in braccia, noi, servendoci dell'intero semidiametro, ritrovassimo la lontananza cercata più sicura assai e con le medesime approssimazzioni di braccia e di dita?