Pagina:Le opere di Galileo Galilei VII.djvu/346

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338 dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo.

qual fede vorrem noi prestare a calcoli fondati sopra osservazioni più in numero, più difficili a farsi, più momentanee nel variarsi, con la giunta appresso di strumenti più incomodi e più fallaci? Per una semplice occhiata che ho data  1 alle dimostrazioni seguenti, i computi son fatti sopra altezze della stella prese in diversi cerchi verticali, che chiamano con voce arabica azimutti: nelle quali osservazioni si adoprano strumenti mobili non solo ne i cerchi verticali, ma nell’orizonte ancora nel medesimo tempo; in modo che  2 convien, nell’istesso momento che si prende l’altezza, aver nell’orizonte osservata la distanza del verticale, nel qual è la stella, dal meridiano; in oltre dopo notabile intervallo di tempo convien reiterar l’operazione, e tener minuto conto del tempo decorso, fidandosi o d’oriuoli  3 o d’altre osservazioni di stelle: una tal matassa di osservazioni va poi conferendo con un’altra simile, fatta da un altro osservatore, in un altro paese, con diverso strumento ed in diverso tempo; e da questa cerca l’autore di ritrar quali sarebbono  4 state l’altezze della stella e le latitudini orizontali accadute nel tempo ed ora dell’altre prime osservazioni, e sopra un tale aggiustamento fabbrica in ultimo il suo calcolo. Lascio ora giudicar a voi quanto sia da prestar fede a ciò che da simili indagini si ritrae. Oltre che io non dubito punto che quando altri si volesse martirizare sopra tali lunghissimi computi, si troverebbe, sì come ne i passati, esser più quelli che favorissero la parte avversa, che l’autore: ma non mi par che metta conto prendersi una tal fatica per cosa che non è tra le primarie intese da noi.

Sagr. Io son dalla vostra in questa parte; ma sendo questo negozio circondato da tante confusioni incertezze ed errori, sopra qual confidenza hanno tanti astronomi asseverantemente pronunziato, la nuova stella essere stata altissima?

Salv. Sopra due sorte  5 di osservazioni, semplicissime facilissime e verissime, una sola delle quali è più che a bastanza per assicurarne dell’essere stata  6 locata nel firmamento, o almeno per lunghissimo tratto superiore alla Luna: una delle quali è presa dall’egualità o poco differente inegualità delle sue lontananze dal polo, tanto mentre ell’era nell’infima parte del meridiano, quanto nella suprema; l’altra è l’aver lei conservato perpetuamente le medesime distanze da alcune stelle fisse, sue circonvicine, ed in particolare dall’undecima di Cas-

  1. dato
  2. immodo che
  3. orinoli
  4. sarebbero
  5. sorti
  6. esser ella stata