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mani: Pittura1 delle più eleganti e studiate che si veggano di Pietro Ricchi, detto il Luchese. Pregievole ancora è l’Effigie in legno colorito di M. V. del Rosario, collocata sopra il contiguo Altare fabbricato di marmi con Puttini, e una bella Medaglia in bassorilievo nel paliotto di mano del Manni; e più pregievole ancora è la Cappella con Cupola per li maestrevoli Dipinti a fresco del Monti di Bologna, recinti da’ fini e bizzarri stucchi del Camuzzi, d’oro ricoperti.

Veduta di passaggio nella Cappella che segue la Tavola del Veronese Carlo Salis, in cui vien espresso San Vincenzo Ferreri, che risuscita il morto alla presenza di più persone, parte spaurite, e parte maravigliate, ci fermeremo a contemplare nella Cappella appresso il San Bartolommeo, rappresentato in atto di risanare storpj ed altri ammalati; Opera ben concepita, toccata di gusto, e forte insieme e limata, che viene attribuita, ma2 senza positiva certezza, a Giovambatista Dis-

  1. Questo Quadro, apprezzato dal Pittor Bortoloni più di quanti sieno in Chiesa, della Tavola del Lotto infuori, fu dipinto in Bergamo dal Ricchi soprammentovato li 23. Settembre dell’anno 1641, e il pio Benefattore fu un Antenato de’ Nob. Signori Conti Maccassoli, Giovambatista di nome; come si ricava dall’Archivio de’ PP. Dominicani.
  2. Nell’Archivio del Convento non si trova chi abbia dipinto il Quadro del San Bartolommeo, si sa solamente che il Padre Costanzo Maria Ubiali fece pagare al Reverendiss. Commissario del S. Ofizio in Roma l’anno 1643. lire 275. a conto del suddetto Quadro, fatto quivi fare a sue spese per lo prezzo di 80. Scudi Romani. L’istesso Padre Ubiali fece dipignere, l’anno antecedente, a Francesco Zucchi la Tavola del SS. Nome di Gesù, co’ Beati dell’Ordine, che si vede al penultimo Altare.