Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/122

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122 Le poesie di Catullo

73

Non aspettar del ben che vuoi, che fai,
     Bene per bene o gratitudin mai.

Son tutti ingrati, ed il ben far non vale,
     Anzi rincresce, ed è stimolo al male.

5Io me ’l so, che non ho peggior nemico
     Di chi diceasi or or mio solo amico.

74

Gellio udì, che lo zio solea far chiasso,
   S’ei dicesse o facesse un che di grasso.

A schivar questo, ei dello zio si prese
     La moglie, e così Arpocrate lo rese.

5L’intento ottenne; ed or convien che taccia
     Lo zio, quand’anche in bocca ei gliela faccia.

77

 O Rufo, o invan da me stimato un giorno;
     (Invano? ahi no, ma con mio danno e scorno!)