Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/81

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trad. da Mario Rapisardi 81


8Ma d’argento, ma d’òr tutta sfavilla
     Fin tra’ recessi suoi l’inclita reggia;
     Su l’ampie mense il vasellame brilla,
     Nitido ai sogli l’avorio biancheggia;
     E in mezzo a1 regio fasto, onde scintilla
     La magion tutta, il talamo troneggia,
     Tutto d’indico dente o di tal forma,
     Che degno è bene che una dea vi dorma.

9Di violetto murice dipinta
     Purpurea coltre istoriata il veste,
     Dove con arduo magistero è pinta
     Qua là qualcuna dell’eroiche geste.
     Ecco, sul mare, onde ogn’intorno è cinta,
     Arianna affisar le luci meste;
     Di Nasso ondisonante è questo il lido,
     Quel che fugge è il navil di Teseo infido.

10Guarda incerta la misera, e nel petto
     A frenar la sorgente ansia si prova,
     Chè quanto innanzi a sè vede in effetto
     Credere illusione anco le giova.
     Desta appena dal sonno maledetto
     Sola in deserta arena ella si trova:
     E Teseo fugge, e le promesse care
     Dà all’aure, e solca spensierato il mare.