O che dell’arti vereconde al mite
Raggio l’innamorato animo inceli,
O al patrio bene in sagge opere ardite
40Fervido aneli,
(Sol che in torbide brame oltre il segnato
Fine il poter natio troppo non forzi,
Ma signor di sè stesso ogni malnato
44Impeto ammorzi).
Una fede operosa, una gentile
Esuberanza il tuo sorriso induce,
Sì che placido e forte il giovanile
48Tempo ei produce.
Ma tu, celere dea, più che fugaci
Petti al dolore ed alla morte sacri,
Del miglior de’ tuoi fieri e de’ tuoi baci
52L’opre consacri:
L’opre ingegnose, onde il sapere e l’arte
Han perpetuo fra noi culto giocondo,
Ed ha del tuo rapido volo in parte
56Compenso il mondo.
Tu le terre del ciel con repentino
Spirito accendi e le stanche ombre avvivi:
Trescan albe ed aprili al tuo divino
60Passo giulivi;