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EBE 145


O che dell’arti vereconde al mite
     Raggio l’innamorato animo inceli,
     O al patrio bene in sagge opere ardite
               40Fervido aneli,

(Sol che in torbide brame oltre il segnato
     Fine il poter natio troppo non forzi,
     Ma signor di sè stesso ogni malnato
               44Impeto ammorzi).

Una fede operosa, una gentile
     Esuberanza il tuo sorriso induce,
     Sì che placido e forte il giovanile
               48Tempo ei produce.

Ma tu, celere dea, più che fugaci
     Petti al dolore ed alla morte sacri,
     Del miglior de’ tuoi fieri e de’ tuoi baci
               52L’opre consacri:

L’opre ingegnose, onde il sapere e l’arte
     Han perpetuo fra noi culto giocondo,
     Ed ha del tuo rapido volo in parte
               56Compenso il mondo.

Tu le terre del ciel con repentino
     Spirito accendi e le stanche ombre avvivi:
     Trescan albe ed aprili al tuo divino
               60Passo giulivi;