Ed amor canta, ahi breve anch’esso, il forte
Nodo che il serra alla beltà: rapita
Dall’armonia flessànime la morte
64Sogna la vita.
O graziosa dea, m’odi: se ancora
Serbi il fato il tuo viso al gener nostro,
E da te vivo pregio acquisti ognora
68Opra d’inchiostro,
Del fragrante licore, onde immortale
Giovinezza alle pure arti consenti,
Or che nel lume di tue candide ale
72Trepido i lenti
Occhi da lungi ripensando affiso,
Aspergi il verso mio, tanto che, dòme
L’invide serpi, nelle menti inciso
76Viva il mio nome!
Non indegno di lui viva che tanta
Vena di melodia trasse dai cori,
Sì che al patrio Simeto un’altra pianta
80Porga altri fiori.
Felice! A lui le radiose cime
Tutte schiuse dell’arte un genio alato;
E amore e gloria, compagnia sublime,
84Gli erano a lato,