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206 le poesie
IV.


     Or più di questa gloria io non mi curo,
Chè un nulla al fine la conobbi anch’essa.
Un ben più assai, che quel non è, sicuro
Alma, che sa cercar, trova in sè stessa.
Mia delizia è il sedermi, ove d’oscuro
Bosco cader vegg’io l’ombra più spessa,
Ove con interrotto e tardo passo
Mormora un roco rio tra sasso e sasso.

V.


     Come, se fossi meco in questi colli,
Lieto vedresti i pensier fermi e gravi
Tu, che spesso dai vani un tempo e molli
Con dolce improverar mi richiamavi;
della schiavitù degli amor folli
Sciorre l’incatenata alma tentavi.
Io, benchè amante del mio mal, la mano
Baciava, che volea tornarmi sano.