Pagina:Le rivelazioni impunitarie di Costanza Vaccari-Diotallevi.djvu/189

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Che non avendo nel suo rivelo fatta parola alcuna del modo come ebbe ad istituirsi in Roma il Partito piemontese, qualora ne fosse a cognizione occorrerebbe alla punitiva Giustizia aver anche su tal particolare tutte le possibili istruzioni fino al punto da dove ha principiò il rivelo, anzidetto.

Risp. Credevo che non le occorressero tali notizia, ed è per questo che io non cominciai il mio rivelo da epoca si lontana; peraltro posso somministrarle, delle notizie bastevoli a soddisfare la domanda, perchè quantunque io non sia informata di cose minute, pure so pienamente le cose sostanziali e principali. Sappia adunque che qui in Roma trovavasi come incaricato interino d’affari della Corte sarda, presso lo Stato romano, Un tal Giovanni Antonio Migliorati, ed in tal qualifica avea tutte le più alte relazioni e gode,va necessariamente una pubblica estimazione. Questo marchese Migliorati, incominciò dapprima con molta prudenza a far trasentire d’esser liberale, e via via accostandosi e famigliarizzandosi persone di tale opinione vedeva crescere a suo favore il giorno in giorno le simpatie. Crescendo di grado in grado venne il tempo in cui il Migliorati può dirsi, francamente e sfacciatamente parlando con le persone simpatizzate incominciò a manifestare ad esse f piano rivoluzionario che dovea porre in attività, per rendere una e libera l’Italia, che il Governo piemontese vi era alla protezione, che, per tal guisa, questa nuova associazione veniva chiamata: — Partito dell’alta Italia, ossia Piemontese; — che però non poteva mai riguardarsi come setta: non vi sarebbero stati nè segretumi, nè compromesse, nè forme di alcuna sorte settaria, mentre il Partito non consisteva se non che nell’associarsi al comune intendimento, esponendo l’uno e l’altro i propri sentimenti diretti al bene comune, a rendere libera la patria, e che tali associazioni quantunque così oneste pure sarebbero state nascoste al Governo pontificio, dando qui un nome qualunque rappresentativo, o motto convenzionale; mentre il vero nome sarebbe apparso per tutti gli effetti, onori, riguardi, e diritti nel centro del Partito a Torino, per lo che veruna compromessa mai poteva avvenirne agli adepti. Con