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82 leonardo da vinci [§ 206

206. Come il bello del colore dev’essere ne’ lumi.

Se noi vediamo la qualità de’ colori esser conosciuta mediante il lume, è da giudicare che, dove è più lume, quivi si vegga più la vera qualità del colore illuminato, e dove è più tenebre, il colore tingersi nel colore d’esse tenebre. Adunque tu, pittore, ricordati di mostrare la verità de’ colori sulle parti illuminate.


207. Del color verde fatto dalla ruggine di rame.

Del verde fatto dal rame, ancorachè tal colore sia messo a olio, se ne va in fumo la bellezza, s’esso non è subito inverniciato; e non solamente se ne va in fumo, ma s’esso sarà lavato con la spugna bagnata di semplice acqua comune, si leverà dalla tavola dove è dipinto, e massimamente se il tempo sarà umido; e questo nasce perchè tal verderame è fatto per forza di sale, il qual sale con facilità si risolve ne’ tempi piovosi, e massimamente essendo bagnato e lavato con la predetta spugna.


208. Aumentazione di bellezza nel verderame.

Se sarà misto col verderame l’aloe camellino, esso verderame acquisterà gran bellezza, e più ne acquisterebbe col zafferano, se non se ne andasse in fumo. E di questo aloe camellino si conosce la bontà quando esso si scioglie nell’acquavite, essendo calda, che meglio lo scioglie che quando essa è fredda. E se tu avessi finito un’opera con esso verde semplice, e poi la velassi sottilmente con esso aloe sciolto in acqua, allora essa opera si farebbe di bellissimo colore: ed ancora esso aloe si può macinare a olio per sè, ed ancora insieme col verderame, e con ogni altro colore che ti piacesse.


209. Della mistione de’ colori l’uno con l’altro, la qual mistione si estende verso l’infinito.

Ancorachè la mistione de’ colori l’uno con l’altro si estenda verso l’infinito, non resterò per questo che io non ne faccia un poco di discorso. Ponendo prima alquanti colori semplici, con ciascuno di quelli mescolerò ciascuno degli altri a uno a uno, e poi a due a due ed a tre a tre, così seguitando insino all’intero numero di tutti i colori. Poi ricomincierò a mischiare i colori a due con due ed a tre con due, e poi a quattro, così seguitando insino al fine, sopra essi primi due colori. E poi ne metterò tre, e con essi tre accompagnerò altri tre, e poi sei, e così seguiterò tal mistione in tutte le proporzioni. Colori semplici domando quelli che non sono composti, nè si possono comporre per via di mistione d’altri colori. Nero,