Pagina:Leonardo prosatore.djvu/109

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in vero, altro che un transito di cibo non sono da esser giudicati; perchè niente mi pare che essi partecipino di spezie umana, altro che la voce e la figura, e tutto el resto è assai manco che bestia.

Proemio della sua anatomia.

E tu, che di’ esser meglio il vedere fare la notomia, che vedere tali disegni, diresti bene, se fussi possibile veder tutte queste cose, che in tal disegni si dimostrano, in una sola figura; nella quale, con tutto il tuo ingegnio, non vedrai e non arai la notizia se non d’alquante poche vene; delle quali io, per averne vera e piena notizia, ho disfatti più di dieci corpi umani, destruggendo ogni altri membri, consumando con minutissime particule tutta la carne che d’intorno a esse vene si trovava, sanza insanguinarle, se non d’insensibile insanguinamento delle vene capillare. E un sol corpo non bastava a tanto tempo, che bisogna procedere di mano in mano in tanti corpi, che si finissi la intera cognizione; la qual ripricai due volte per vedere le differenzie.

E se tu arai l’amore a tal cosa, tu sarai forse impedito dallo stomaco; e se questo non ti impedisce, tu sarai forse impedito dalla paura coll’abitare nelli tempi notturni in compagnia di tali morti squartati e scorticati e spaventevoli a vederli; e se questo non t’impedisce, forse ti mancherà il disegnio bono, il quale s’appartiene a tal figurazione.

E se tu arai il disegno, e’ non sarà accompagnato